La pesca sportiva

La pesca sportiva si suddivide principalmente in tre categorie, una prima dedicata alla pesca sportiva di origine e natura subacquea, attuabile in immersione e in apnea, essa utilizza strumenti adibiti alla pesca quali fucile e fiocine di varia natura (retini, raffi, rastrelli e ganci); una seconda, molto conosciuta e in voga e la pesca sportiva attuata dalla superficie mediante l’ausilio di canne da pesca, filaccioni e quant’altro; infine la terza si avvale dell’uso di una imbarcazione.<br />Molto spesso nella pesca sportiva, il pesce viene catturato non per utilizzarlo e adibirlo al nutrimento, ma bensì solo per motivi competitivi e sportivi, questo tipo di pesca sempre più in uso, non prevede l’uccisione della preda viene definita “noo kill”, il pesce dopo la cattura viene liberato nuovamente. Questa tecnica è adottata ampiamente in acque dette “a salmonidi”.
Al “no kill” viene associato il “Catch release”, ossia cattura e rilascia, tecnica che cerca di apportare il minor danno possibile all’animale pescato, e che ha avuto origine negli Stati Uniti specie nella pesca con la mosca e a spinning (esca finta).

Il “no Kill” osserva delle regole di base: uso di ami che tendono a ferire meno il pesce, slamatura mediante pinze, manipolazione del pesce con mani umide, rianimazione, tenuta del pesce in acqua, tenuta e liberazione veloce dell’animale.
La pesca sportiva subacquea dagli anni cinquanta ad oggi ha subito una grande evoluzione e viene essenzialmente praticata solo in apnea, in quanto l’ausilio dei respiratori è stato, dagli anni settanta in poi, abolito in tutte le regioni dell’Italia. E’ sottoposta e vigilata da regolamentazioni specifiche atte a salvaguardare le specie marine, alcune delle quali corrono rischi elevati di estinzione. La pesca subacquea in apnea viene attuata con l’ausilio di maschera subacquea, boccaglio, pinne e fucile.

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