Conzo, palamito o coffa

Quella del Palamito è  una tecnica di pesca molta antica inventata e praticata già dagli inizi del ‘900 dai pescatori professionisti del sud Italia.
Il Palamito, Conzo o Coffa che dir si voglia prevede l’uso di una lenza madre di diametro variabile a secondo del tipo di attrezzo e della tecnica di pesca da fare, a cui verrà montato ad intervalli regolari un bracciolo con amo.
La legge ad oggi impone ai pesca sportivi l’utilizzo di palamiti con armature non superiori ai 200 ami, pena esose sanzioni e denunce.
Volendo descrivere più accuratamente le tipologie di palamiti usati, li dividiamo innanzitutto in:
– leggero
– medio
– pesante

Il palamito leggero di galla come da foto sopra, rivolto alla cattura di piccoli pesci come occhiate e sugarelli, ha come caratteristica peculiare quella di pescare appena sotto il pelo dell’acqua con discese fino a 5-6 metri al di sotto di esso.
La paratura sarà composto da una madre di monofilo non superiore allo 0,35 a cui verrà legato ogni 4 metri o 2 bracciate un terminale di circa 1,20 mt dello 0,18 con ami numero 14 a gambo lungo della mustad.
Per far si che il nostro palamito peschi nella giusta maniera metteremo proprio come fosse un bracciolo, un galleggiante al posto dell’amo ogni 5 ami. I pesci su descritti non sapranno resistere ai quei piccoli bocconi che si muovono cosi aggraziati in acqua, specie se sapientemente innescati con tranci di alici, cappellotti o gamberessa.

Il palamito medio di fondo è chiamato nel nostro dialetto salernitano “Sterminio”.
Il nome infatti rappresenta la più semplice descrizione di quello che può capitare mettendo sapientemente in acqua questo attrezzo da pesca.
La costruzione è simile al palamito di galla ma nello specifico adopereremo un trave dello 0,60 multisoft della ASSO a cui legheremo ogni 2 bracciate un terminale dello 0,30 – 0,35 di monofilo ASSO SPADES con un amo a gambo lungo n°12 serie Mustad o analoghi.
Ogni 5 ami metteremo un bracciolo con un piccolo galleggiante, ottimi quelli impiegati dai pescatori professionisti per la pesca con le reti, Dopo i 5 ami successivi invece legheremo un piccolo pedagno in modo da far assumere alla nostra attrezzatura pescante un assetto che gli permette di pescare direttamente a fondo con gli ami vicino al piombo e nella mezz’acqua con gli altri ami consentendoci di evitare considerevolmente antipatici grovigli o tenute sul fondo. I pesci catturabili con questa tecnica di pesca svariano dal sarago( forse la preda più comune) al praio, orata, piccole cernie, sciarrani, tanute spigole e qualche Barracuda che magari in nottata aveva banchettato con un nostra occhiata rimasta allamata.
Questo attrezzo dà il meglio di se se calato nell’immediato sottocosta, meglio se con ricaduta scogliosa dopo una mareggiate di Ponente come il Libeccio.
Tutti i pesci appartenenti alla famiglia degli sparidi infatti, scendono sottocosta per cibarsi di quei microrganismi o piccoli crostacei strappati dalle onde infrante vicino la scogliera.
L’esca principe da utilizzare con questo tipo di palamito è l’oluturia, purtroppo difficilmente trovabile in quantità elevate, patelle, piccole strisce di calamari o tatani, polipetti (a cui toglieremo la pelle cosi da mostrarlo bianco) ed il solito e redditizio gambero di paranza che però utilizzeremo solo per pescate di poche ore.
Le ore più redditizie per la pesca con ambedue i tipi di palamiti elencati sono dal tramonto inoltrato all’alba, per cui caleremo con le luci del tramonto , per tissarlo in barca alle prime luci dell’alba. Se invece utilizziamo l’ottimo gambero, ma haimè tenero ed alla mercè della minutaglia potremo calare il palamito a tramonto inoltrato per ritirarlo verso l’una di notte, in alternativa, ma non per minore importanza, all’alba prima che il sole esca fiero e luminoso a riscaldare la nostra pelle.

Il Palamito pesante di galla o di fondo che sia, è una attrezzo altamente professionale e soitamente utilizzato dai soli pescatori professionisti per la pesca ai grossi pesci quali: merluzzi, grosse cernie di fondale, pesci lama, tonni, verdesche, pesci castagna ed altri pelagici dalle caratteristiche importanti.
Sono entrambi costruiti con monofili robusti, quindi madre dello 1,80 e braccioli decisamente robusti dallo 0,90 per la pesca ai merluzzi al 1,40 per la pesca più in superifice per tonni o pesci spada.
Oltre che una pesca faticosissima, richiede barche importanti per stazza, lunghezza e motorizzazione, non tralasciando lo spazio di immagazinamento del palamito che necessiterà di bagnarole o contenitori appositi di misure più che ragguardevoli. Pensate che i pescatori siciliani e calabresi, veri esperti della pesca con il palamito pesante di galla filano in acqua ben oltre 30 miglia di  palamito…..c’è qualcono di voi che vuole provare?

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